Martedì 13 ottobre 2015, ore 16.30, aula M1, Dim
Incontro con la ricerca, 1° appuntamento
Ospite: prof. Arturo Lorenzoni
Dopo i primi esperimenti di liberalizzazione degli anni ’90, nello scenario energetico globale è sorta una profonda crisi del modello tradizionale, rinvigorita ancor più nell’ultimo decennio grazie alla “spinta verde” fornita dalle Rinnovabili. La struttura centralizzata di produzione e dispacciamento dell’energia sembra non esser più in grado di soddisfare le esigenze dei nuovi consumatori, sempre più attenti alla questione “Ambientale” e sempre più consapevoli. Per questo motivo, accanto alle gigantesche multi-utilities tradizionali è sorto un nuovo modello di organizzazione del mercato, volto a colmare il gap creatosi tra consumatore e produttore (basti pensare ai problemi che si riscontrano durante i “colloqui” con i centralini a risposta automatizzata). La tendenza odierna è quella di investire somme contenute in numerosi piccoli impianti piuttosto che partecipare a cordate multimilionarie per aprire grosse centrali. Questo tipo di investimenti spinge sempre più verso un modello di generazione distribuita, in grado di fornire energia al consumatore in loco, sfidando persino il concetto etimologico di Centrale. Nascono dunque nuove forme di aggregazione sociale che si aprono al concetto di Energia Condivisa, le Energy Communities. In una Energy Community, solitamente, il consumatore è anche possessore di una quota dell’impianto, in modo da auto-consumarsi la propia parte di energia prodotta. Naturalmente ci sono vantaggi e svantaggi: da una parte la nuova tendenza può creare opportunità interessanti, legate sia al contesto tecnico (SmartGrids ecc.) che a quello socio-culturale (Sensibilizzazione verso i consumi ecc.); d’altra parte, pensando alla situazione italiana, sorgono problemi riguardo alla sicurezza e alla stabilità della Rete Elettrica: nel caso si estendesse questo tipo di modello, chi penserebbe alla regolazione tensione-frequenza e così via?. Nel mezzo c’è la figura del Regolatore (AEEGSI, GSE..) che nei prossimi anni avrà un ruolo cruciale nella definizione della vicenda (basti pensare che, ad oggi, per legge, ogni impianto fornente energia elettrica può esser collegato ad un solo contatore). Per concludere, siamo all’inizio di una radicale trasformazione e ancora nessuno può dire cosa succederà negli anni a venire.
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