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Fonti rinnovabili: integrazione intelligente nella rete elettrica

Giovedì 8 aprile 2021 abbiamo ospitato il professor Fabio Bignucolo, docente dell’Università di Padova presso il Dipartimento di Ingegneria Industriale, che ha illustrato il tema delle “Smart Grids: l’integrazione intelligente delle fonti rinnovabili”. Per tener fede agli impegni per la riduzione delle emissioni presi per il 2030, l’energia elettrica dovrà incrementare la sua incidenza nei consumi finali lordi di energia

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Copertina evento Smart Grids 8 Aprile 2021

Smart Grids: l’integrazione intelligente delle fonti rinnovabili

Cosa s’intende per Smart Grids? Che ruolo avranno questi sistemi nel contesto della transizione energetica? Che importanza assumeranno nel panorama energetico italiano? Ne parliamo con il prof. Fabio Bignucolo (Università di Padova). Nel corso della conferenza si discuterà dell’impatto che un esercizio “intelligente” di una rete attiva presenta nell’affrontare la sfida dell’integrazione di fonti rinnovabili e accumulo – sia a livello di variabilità stagionale, che di topologia, sicurezza e gestione della rete stessa.

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Visita Tecnica Presso ABB Italia – Stabilimento di Dalmine & Smart Lab

Lo Smart Lab di ABB a Dalmine mostra il funzionamento integrato di una vasta gamma di prodotti e sistemi per la trasmissione/distribuzione elettrica e per l’industria. Grazie alle varie tipologie dei componenti installati e interconnessi è possibile simulare il comportamento di reti di distribuzione elettriche radiali, magliate e rurali, oltre alla simulazione di componenti e sistemi per domotica, data center, gestione del parco installato e efficienza energetica. 

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Let’s Build A Global Power Grid

Articolo originale pubblicato da Clark W. Gellings su IEEE Spectrum il 28 Luglio 2015
In questi anni ha assunto grande rilevanza in ambito accademico il concetto di “smart grid” (rete intelligente), spesso sovrapposto – sia a ragione, che a torto – a quello di “microgrid” (rete autosufficiente). L’avvento della generazione distribuita tramite fonti rinnovabili (RES) ha infatti costretto gli ingegneri a ripensare completamente il modello della rete elettrica, immaginando un futuro in cui ogni centro abitato e polo industriale consumeranno l’energia da loro stessi prodotta a livello locale, in modo sostenibile e pienamente efficiente. Ciò significherebbe, tradotto in termini pratici, suddividere le reti nazionali in piccole unità autonome, ciascuna dotata di un proprio sistema di generazione da pochi MW (ad esempio un “parco” fotovoltaico costituito dalla totalità dei pannelli installati sugli edifici) gestito in modo “smart” da una serie di sensori e strumenti informatici, che monitorano istante per istante ogni componente (Internet of Things).

Ovviamente questo modello presuppone che sia possibile sfruttare le rinnovabili in qualunque punto del pianeta, ma sappiamo, invece, che purtroppo non è così. Il grosso problema delle RES è che si tratta di fonti intermittenti, non programmabili, non uniformemente distribuite sul territorio e spesso situate lontano dai luoghi in cui la loro energia è effettivamente richiesta. Inoltre, in mancanza di efficienti ed economici sistemi di accumulo, settorializzare la rete elettrica rende estremamente più difficile il bilanciamento puntuale della produzione e dei consumi. Appare dunque evidente come per essere “smart” non sia sufficiente diventare “micro”.

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