L’esperienza di chi lavora sul campo

Martedì 10 novembre 2015, ore 16.30, aula M1, Dim
Incontro con la ricerca, 5° appuntamento

locandina Chiodetto 10-11-2015 - 2►Argomenti trattati
Luca Chiodetto conseguì la laurea in Ingegneria Meccanica, indirizzo energetico nel 2006 a Padova con una tesi riguardante le energie rinnovabili e i biocombustibili.
Subito dopo mandò parecchi curriculum e richieste di lavoro fino a quando non gli fu presentata l’occasione di entrare in ENI – Tecnomare.
Inizialmente dovette eseguire un periodo di “training” e fu in seguito inserito in team operativi che venivano spediti in giro per il mondo: difatti, a 6 mesi dall’assunzione, ebbe modo di stare per circa un anno in Scozia, dalla quale tornava a casa nel weekend, riscontrando tutti i disagi, ma anche opportunità di un lavoratore fuori sede. Successivamente fu mandato anche in Norvegia e in Egitto, per poi finire per circa 3 anni in Australia, dove ebbe modo di conoscere persone, etnie e mentalità diverse e conseguentemente aprirsi la mente.
L’ospite infatti consiglia caldamente di cogliere ogni occasione per fare esperienza all’estero, e raggiungere la consapevolezza che “il mondo è a portata di mano”; oltre a rappresentare un arricchimento della propria esperienza, essere disposti a viaggiare è anche necessario ai giorni nostri: infatti fa presente che ci sono casi di aziende che chiudono perché i dirigenti non vogliono affacciarsi al mercato estero.
Inoltre il relatore raccomanda agli studenti di non pensare che il lavoro cada dal cielo solo per il fatto di essere ingegneri, e in virtù di questo e quanto detto prima raccomanda di essere disposti a lavorare duro e viaggiare perlomeno nei primi anni di lavoro.

Domande da parte degli studenti:

  • In ENI di cosa faceva? “Non ero un ingegnere processista, e quindi non facevo conti, progetti e dimensionamenti, mi occupavo di più dell’aspetto gestionale.
    Sappiate che la maggior parte delle cose che studiate ora non vi servirà, ciò che vi sarà maggiormente utile sarà il metodo di studio e il ragionamento appreso in questi anni: l’ingegneria italiana forma le teste.
  • Come funziona un colloquio? Consigli a questo proposito? “Quando dovevo entrare io in ENI c’era una parte in cui venivano fatti colloqui di gruppo, con la presenza di uno psicologo, e da lì capivano come una persona sapesse o meno relazionarsi con gli altri. Poi chiaramente avvengono anche colloqui individuali, durante i quali possono chiederti conoscente universitarie, ad esempio a me avevano chiesto la formula del NPSH. Consigli: avere le competenze ed essere se stessi, cioè non strafare perché probabilmente si verrebbe smascherati”
  • Quanto è importante l’inglese nei colloqui? “Il mio primo colloquio è stato in inglese ed è stato un totale disastro. Ora io faccio sempre i colloqui in inglese e se uno non lo sa, automaticamente non viene assunto”
  • Ha mai pensato di mettersi in proprio? “Sì ci ho pensato, ma era troppo impegnativo l’avvio perché voleva dire conoscere molto bene il mercato, proporre cose nuove e avere i finanziamenti per partire.”

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Video Youtube della conferenza