Energy and climate change – International agreements for a sustainable future

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Convegno organizzato da LEDS – L’Energia Degli Studenti e Centro Levi Cases – Università di Padova.

Martedì 17 novembre 2015, ore 14.30, Aula Magna “Galileo Galilei” di Palazzo del Bo – Padova

► Relatori

● Carlo Barbante
Il professor Carlo Barbante, docente presso l’Università di Venezia, ha presentato il suo intervento dal titolo “Il clima del passato: una lezione per il futuro” partendo dal ricordare come l’imminente COP21 sia un momento topico per le scelte da adottare in merito ai cambiamenti climatici.

Il relatore ha incentrato particolarmente l’attenzione su come lo studio degli strati di ghiaccio possa fornire un valido strumento per la comprensione dei trend di variazione di temperatura globale. Ogni strato infatti rappresenta un anno proprio come i cerchi concentrici all’interno dei trochi degli alberi.

Uno dei motivi più importante della variazione di temperatura sulla Terra è la correlazione con le oscillazioni di carattere orbitale: nelvariare l’orbita la terra espone la sua superficie in maniera diversa alla radiazione. Negli ultimi 10000 anni, però, vi è stata una particolare stabilità climatica e la Terra ha subito minori oscillazioni climatiche. Troviamo una somiglianza con un altro periodo storico in cui la temperatura era superiore di +2 gradi rispetto alla media odierna. Ecco perchè è stato fissato questo limite come incremento massimo della temperatura.

I sedimenti marini, glaciali, i coralli e le carote di ghiaccio permettono di costruire dei “record” e forniscono particolari informazioni attraverso la loro conformazione. Per essere comprese, però, devono essere sovrapposte in maniera corretta e a tal proposito vengono utilizzati dei proxy, ossia delle caratteristiche simili per identificare i sedimenti. Il plankton, ad esempio, è un proxy indicatore del clima nell’oceano.

Per quanto riguarda le carote di ghiaccio,sono l’archivio con risoluzione di informazioni maggiore che si può trovare: si può arrivare 800000 anni indietro diluiti in 3 km di ghiaccio attraverso una carota da 10 cm di diametro. I posti migliori per questo tipo di studi sono la Groenlandia, l’ Antartide, le Ande e il Nord America e vengono utilizzate delle riflessioni radar che permettono di capire la miglior localizzazione per il carotaggio. A Dome Concordia, cima di 3233 m s.l.m. situata nel Plateau Antartico, sono state fatte perforazioni e studiate le concentrazioni di gas serra ricostruendo poi le temperature attraverso proxy

climatici. Abbiamo informazioni utili riguardo le concentrazioni di Plutonio dovute ai test nucleari che venivano eseguiti nel ’60 anche da Colle Guffetti sul Monte Rosa. Per poter salvare le informazioni ricavate dai carotaggi sul Monte Rosa si sta sviluppando un progetto per portarli in Antartide nei siti a-52 gradi essendo appunto uno dei pochi posti dove si hanno temperature basse e ghiacci perenni. Le carote vengono in parte studiate e in parte lavorate in una trincea scientifica in neve: è molto importante non contaminare il ghiaccio, in particolare quello Antartico perchè molto puro.
locandina CC
In uno stesso archivio vengono misurati causa ed effetto delle forzanti climatiche e può essere registrata anche la contaminazione e la concentrazione di gas: man mano che si scende in profondità vi è un processo di densificazione fino ad arrivare a trovare delle bolle di aria fossile intrappolate nel ghiaccio. Lo studio del proxy ha portato a grandi scoperte biologiche e chimiche: si può risalire a degli incendi di biomasse, alla caduta di polvere cosmica e ad altre impurità antropogeniche.

Il relatore ha poi posto un quesito importante: “riuscirà il sistema a rientrare in equilibrio?”. Ecco il motivo per cui si studia il passato. Ci sono stati periodi nella storia in cui vi erano configurazioni orbitali simili alle attuali e si vede come è evoluto il sistema notando delle sovrapposizioni simili che dipendono sia da forzanti orbitali che antropologiche.

● Federico Testa
Il Prof. Testa, in qualità di presidente di ENEA, ha indirizzato il suo intervento sul ruolo delle Ricerca e, soprattutto, sul ruolo di ENEA nel “trasferimento tecnologico” alle imprese.

Dalla sua testimonianza è emerso che il concetto di Sostenibilità richiude in se macroaree tematiche che vanno analizzate separatamente senza che però ne venga smarrita la visione complessiva: ciò che è tecnicamente apprezzabile e energeticamente sostenibile talvolta non lo è socialmente oppure economicamente. Secondo Testa, talvolta si prende in considerazione solo il lato più “coinvolgente” dell’innovazione senza dare troppo peso alla fattibilità economica; è il caso, per esempio, del parco di generazione elettrica italiano; ogni persona vorrebbe che l’energia prodotta fosse da fonte rinnovabile, senza però tener conto che tutt’ora il carico base è garantito da impianti a fonte fossile e non è facile per il sistema Italia compiere una transizione completa, se non altro perché i costi sarebbero oltremodo alti.

Testa si è poi soffermato sulla descrizione della riorganizzazione interna di ENEA. Durante il suo mandato sono state promosse alcune riforme strutturali atte a efficientare il sistema; è stato anche creato un portale in internet con un database contenente tutte le ricerche sviluppate all’interno dell’ente, in modo da rendere fruibile anche alle piccole e medie imprese l’innovazione tecnologica. Questo perché il tessuto industriale italiano è composto per il 90% da piccole imprese e dunque, necessariamente la crescita e l’uscita dalla crisi economica passerà per loro.
Professore Ordinario di Economia e Gestione delle Imprese presso l’Università degli Studi di Verona e, dall’agosto 2014, Presidente di ENEA. Nella primavera del 2006 è eletto alla Camera dei Deputati, ed entra a far parte della Commissione Attività Produttive, Commercio e Turismo. Viene confermato nell’incarico nelle elezioni del 2008, ed assume l’incarico di responsabile nazionale per l’Energia e i servizi pubblici del Partito Democratico. È autore di pubblicazioni suriviste nazionali e internazionali in tema di management, politica energetica, economia e gestione delle imprese di servizi pubblici.
http://www.enea.it/it/amministrazione-trasparente/documenti/curriculum/CVTesta.pdf

● Alessandra Mazzai
La terza relatrice della conferenza è stata la dott.ssa Alessandra Mazzai, collaboratrice dell’International Center for Climate Governance (ICCG). Si è partiti da un excursus su come l’ambiente sia cambiato a seguito dell’aumento di emissioni e di temperatura, avendo un 40% in più di biossido di carbonio presente nell’atmosfera rispetto ai livelli pre-industriali e una previsione di aumentodi temperatura intorno ai 4°C in riferimento al periodo 1850-1900. Questi cambiamenti si stanno manifestando in varie forme, ovvero con una marcata espansione marina, lo scioglimento dei ghiacci con conseguente minor superficie bianca e quindi maggior radiazione assorbita, la maggior frequenza ed intensità di fenomeni meteorologici estremi. Proprio questi fenomeni rischiano di provocare danni irreparabili alla nostra società riflettendosi su realtà come salute, alimentazione e migrazioni, quest’ultime sia cittadine (da campagna a città) che internazionali (da nazione a nazione); un dato allarmante a questo proposito è il numero di decessi ricondotti ai cambiamenti climatici nel 2010, ben 400000, dovuti a disastri naturali, a denutrizioni per siccità e a malattie varie come meningite e malaria. A questo punto ci si è chiesti come agire per fermare questi cambiamenti, ed è risultato che le azioni principali da sfruttare sono due: mitigazione e adattamento. Per quanto riguarda la mitigazione, efficientamento energetico e decarbonizzazione sono imprescindibili per ottenere un buon risultato e sono ottenibili mediante un cambiamento radicale sia nel mix energetico che nei luoghi di investimento, oltre a politiche di prezzamento del carbonio e delle emissioni. Data la natura politica ed economica di questo punto, la COP21 rivestirà un ruolo fondamentale per la buona riuscita degli accorgimenti da prendere poiché il 93% delle emissioni sarà “controllabile”, ovvero vi saranno presenti nazioni che emettono tale porzione di CO2 mondiale. L’adattamento è altresì importante, essendo un passo avanti rispetto alla mitigazione e quindi agendo quando i fenomeni sono già in svolgimento. Si tratta di prevedere piani efficaci di evacuazione, più zone verdi, miglior gestione e riciclo dell’acqua, in sostanza accorgimenti che siano in grado di scongiurare la degenerazione di eventuali disastri naturali: i costi di un mancato adattamento in Europa sono stati stimati in 100mld di dollari nel 2020 e addirittura maggiorati a 250mld nel 2050, prevedendo invece un risparmio di 6 euro per ogni euro investito in tali adattamenti. Ecco quindi come i cambiamenti climatici non siano un problema lontano nel tempo, ma uno tra i più urgenti da risolvere, e “agire subito è un imperativo etico ed allo stesso tempo una strategia economica profittevole.” [da ‘Il Clima che Cambia’, C. Carraro, A. Mazzai]

● Federico Antognazza
Nell’intervento intitolato “Da Durban a Parigi” l’Ing. Antognazza ha illustrato le tappe principali che si sono susseguite dalla conferenza di Durban nel 2011 fino ad oggi e che hanno contribuito a formare il contesto all’interno del quale si svolgerà nei prossimi giorni la COP21 di Parigi, la conferenza sul clima che definirà i nuovi impegni delle nazioni partecipanti riguardo alle problematiche legate ai cambiamenti climatici.  Di fatto nella COP21 di Parigi si individueranno due parti: il “Paris agreement”, che definirà obiettivi a lungo termine, e la “COP decision”, che invece darà delle definizioni rinnovabili ogni anno.  Ciò che comunque risulta  già deciso al momento è che la COP21  definirà un accordo globale che sarà legalmente vincolante, che gli obiettivi posti interesseranno il periodo che va da oggi fino al 20202030 e che verranno trattati, tra gli altri, gli aspetti riguardanti finanza, politica e adattamento.

 

In realtà L’ing. Antognazza ha fatto notare come le vere questioni che si dovranno affrontare siano la definizione di INDCs (Intended Nationally Determined Contributions) vincolanti, l’imposizione di vincoli sui meccanismi di mercato, la definizione di obiettivi a lungo termine e, soprattutto, un aumento dell’interesse per le tematiche legate al loss&damage e al concetto di equità (con loss&damage vengono indicati tutti i provvedimenti presi per sostenere i Paesi più deboli dove spesso i danni dovuti ai cambiamenti climatici sono già evidenti).

L’ospite ha infine messo in evidenza l’importanza del contributo dei giovani alla COP21, che potranno partecipare in prima persona alle negoziazioni (iniziativa YOUNGO) e ad una parte preparatoria prima della conferenza vera e propria. I giovani hanno infatti la capacità di comprendere l’innovazione per poi dare un proprio contributo attivo, restando tuttavia nella piena consapevolezza dei limiti esistenti.

► Link utili

Sito del centro interdipartimentale Giorgio Levi Cases: qui troverete le slide e la registrazione audio di ciascun intervento dei vari relatori.