Fusione termonucleare
Sorry, this entry is only available in Italian. Una fonte di energia priva di emissioni, sicura, economica, efficace, ed illimitata: questa rappresenta per tutti un’utopia che porrebbe fine a gran […]
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Sviluppi per la diffusione invisibile dell’energia solare Quale sarà il futuro del fotovoltaico? Sebbene oggi non vi siano più dubbi sul fatto che l’energia solare rivestirà, nei prossimi decenni – […]
Articolo originale pubblicato da Clark W. Gellings su IEEE Spectrum il 28 Luglio 2015
In questi anni ha assunto grande rilevanza in ambito accademico il concetto di “smart grid” (rete intelligente), spesso sovrapposto – sia a ragione, che a torto – a quello di “microgrid” (rete autosufficiente). L’avvento della generazione distribuita tramite fonti rinnovabili (RES) ha infatti costretto gli ingegneri a ripensare completamente il modello della rete elettrica, immaginando un futuro in cui ogni centro abitato e polo industriale consumeranno l’energia da loro stessi prodotta a livello locale, in modo sostenibile e pienamente efficiente. Ciò significherebbe, tradotto in termini pratici, suddividere le reti nazionali in piccole unità autonome, ciascuna dotata di un proprio sistema di generazione da pochi MW (ad esempio un “parco” fotovoltaico costituito dalla totalità dei pannelli installati sugli edifici) gestito in modo “smart” da una serie di sensori e strumenti informatici, che monitorano istante per istante ogni componente (Internet of Things).
Ovviamente questo modello presuppone che sia possibile sfruttare le rinnovabili in qualunque punto del pianeta, ma sappiamo, invece, che purtroppo non è così. Il grosso problema delle RES è che si tratta di fonti intermittenti, non programmabili, non uniformemente distribuite sul territorio e spesso situate lontano dai luoghi in cui la loro energia è effettivamente richiesta. Inoltre, in mancanza di efficienti ed economici sistemi di accumulo, settorializzare la rete elettrica rende estremamente più difficile il bilanciamento puntuale della produzione e dei consumi. Appare dunque evidente come per essere “smart” non sia sufficiente diventare “micro”.
Sorry, this entry is only available in Italian. Dopo gli accordi di Parigi, le più grandi economie del mondo si sono impegnate ad adottare modelli di sviluppo più sostenibili, per […]