Pubblicato da Corriere della Sera – Dataroom il 14 Febbraio 2018
Le emissioni dei gas di scarico delle automobili contribuiscono al riscaldamento del pianeta. Per questo, i governi di tutto il mondo hanno stabilito di mettere fine alla vendita di automobili a benzina o diesel: oggi in tutto il pianeta ne circolano più o meno 1 miliardo. Per riuscire a contenere il riscaldamento medio del pianeta sotto i due gradi, come proposto a Parigi, è necessario che entro 20 anni si arrivi a 600 milioni di auto elettriche. Oggi sono appena 2 milioni, lo 0,2% del totale.
C’è un motivo che contribuisce a frenare le vendite di automobili elettriche in Italia: gli incentivi sono fra i più bassi d’Europa — circa 3’000€ contro una media europea di 9’000€ — e ci sono poche colonnine per la ricarica. A bloccare il mercato, per ora, è anche il prezzo delle vetture: in media si aggira sui 30’000€, su cui pesa fino al 50% la batteria. Secondo uno studio di Bloomberg, tuttavia, dal 2010 a oggi il costo delle batterie al litio è diminuito del 73% — passando da 1’000 $/kWh a 273 $/kWh nel 2016 — e la previsione è che i prezzi caleranno ulteriormente nei prossimi vent’anni.
Se si guarda al rapporto fra costo di ricarica e chilometri percorsi, le auto elettriche sono più convenienti di quelle a benzina ed eliminano il problema delle polveri sottili. I dubbi più comuni, tuttavia, riguardano la ridotta autonomia, i tempi di ricarica troppo lunghi e, soprattutto, la scarsa diffusione delle colonnine di rifornimento. In Italia sono 4.207, una ogni 14.388 abitanti. La Germania è la migliore in Europa: 22.708 colonnine, una ogni 3.620 persone. Siamo indietro, nonostante siano stati stanziati 33,5 milioni di euro per costruire infrastrutture di ricarica: l’impiego, però, è in ritardo.
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